Cina, ai monaci tibetani servirà un permesso speciale per reincarnarsi.
Il totalitarismo, proprio perchè è totale, vorrebbe imporsi anche sulla morte. È quello che sta cercando di fare la Cina nei riguardi della vita e della morte dei monaci buddisti tibetani: a loro non sarà permesso reincarnarsi, a meno di non godere di uno speciale permesso governativo. Secondo una disposizione dell'amministrazione statale per gli Affari Religiosi di Pechino, la legge che regolerà la reincarnazione entrerà in vigore il mese prossimo e stabilirà le rigide procedure con le quali sarà permesso all'anima di tornare al mondo in un altro corpo. Al di là della sua palese assurdità, la legge nasce da una chiara motivazione politica: limitare l'influenza del Dalai Lama (il leader spirituale - ma anche politico - del Tibet, in esilio in India dal 1959) sulla regione himalayana, invasa più di 50 anni fa dalla Repubblica Popolare Cinese. La legge limita la libertà dei monaci in quanto vieta loro di vivere fuori dalla Cina per cercare la reincarnazione del loro prossimo Dalai Lama. Intanto quello vivente, a 72 anni, ha dichiarato che si rifiuterà di reincarnarsi finchè il Tibet sarà sotto l'egida di Pechino: secondo la religione buddista, infatti, il supremo capo spirirtuale tibetano ha il potere di controllare e decidere la propria reincarnazione.
Ora dico, ammesso e non concesso di voler credere alla reincarnazione, tu Stato [cit. Verdone], come pensi di impedire che io mi reincarni in un commercialista di Bergamo o in uno gnu del Serengeti?
Con dei poliziotti-ghostbusters? Con dei fantasmi doganieri? Mi domando chi, tra le due parti, sia più "fora de coccia".
7 commenti:
Io alla reincarnazione ce credo, soprattutto a quella delle unghie.
Io ci credo, ovviamente: in compenso la Cina, dopo le imitazioni dei capi firmati, delle auto di lusso, dei farmaci, sta partendo con i Calderoli tarocchi?
[Torque, ho il massimo rispetto per il peyote ed i suoi seguaci, lo sai: ai Nativi li ha rovinati 'a guera...]
Se fossi un monaco tibetano minaccerei di andar loro a tirare le lenzuola al posto della reincarnazione.
Io, se ero er Dalai Lama, minaccerei de reincarnarme ner segretario der partito cumunista cinese.
Masso,
a 'sta cosa der Grapparolo taroccato in cina nun ce credo, benché, come dice un antico proverbio nativo, "ar peyote nun ce mai limite".
Se il rischio che si corre è quello di reincarnarsi in un commercialista di Bergamo beh, allora sto con lo stato...
scommetto che dopo che si so reincarnati adoreranno l'estetista!
;OPPPPPP
'sti capoccia cinesi
manco fossero il papa
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