mercoledì 14 novembre 2007

Quando l'astronave affionda


Torniamo, almeno ogni tanto, alle origini di questo blog.
Post sc-sc-scientifico, oggi. Ovvero, come allontanare per sempre quei venticinque lettori di manzoniana memoria da questo blog. Chi volesse può saltare a piè pari e attendere l’ora di ricreazione: vi avverto che è lungo assai.
Ma sappiate che poi interrogo ;-)))

Tutto nasce dalla risposta alla domanda: cos’è e come funziona la cosiddetta fionda gravitazionale?

Ebbene proprio ieri Rosetta ha avuto un secondo incontro ravvicinato con la Terra. Non sto parlando né di un’amica mia schiantatasi al suolo né del croccante panino (che a Milano chiamano assurdamente michetta) caduto disgraziatamente nella fanga insieme al salame: è invece la sonda lanciata nel 2004 dall’ESA (Agenzia Spaziale Europea), e a cui l’Italia ha contribuito con la realizzazione dello speciale transponder digitale di bordo. E prima che me lo chiediate, se funziona e sta volando è perché non ci ho lavorato io.

La missione Rosetta prende il nome dalla stele che svelò i segreti dei geroglifici egizi, perché con questa sonda si spera di svelare i segreti delle comete, i corpi celesti più antichi del Sistema Solare.

Gli operatori della sonda hanno appunto manovrato per far sì che l'attrazione gravitazionale terrestre fornisse a Rosetta la massima spinta possibile, necessaria per risparmiare in seguito carburante e giungere a destinazione (cioè la cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko nel novembre 2014, a quattro Unità Astronomiche di distanza dal Sole. Cheppalle, ho capito: a 600 milioni di km, va bene detto così?).

Il momento di massima vicinanza alla Terra si è verificato il 13 novembre 2007 alle 21:57 CET quando Rosetta ha sfrecciato in barba all’autovelox a una velocità di 45 000 km/h (circa 12,5 km/s) rispetto alla Terra, sorvolando l'Oceano Pacifico, a sud-ovest del Cile, ad un'altitudine di 5301 km. Sticazzi.

Comunque c’è una bellissima animazione qui.

L'incremento di energia acquisita aiuterà Rosetta ad attraversare una seconda volta la fascia di asteroidi, osservare Lutetia (il suo secondo obiettivo tra gli asteroidi) e infine effettuare l'incontro con la cometa.

Ma veniamo alla spiegazione: avete presente la fionda di Davide, che non era fatta da forcella ed elastici ma era piuttosto quella che nel medioevo veniva chiamata frombola? Ecco, supponiamo di farla ruotare sopra la nostra testa e quindi di scagliare la pietra: essa partirà alla velocità cui stava ruotando (quando si dice partire per la tangen-ziale, magari all’ora di punta).
Se ripeto l’esperimento da una macchina in corsa (cabrio, eh), la pietra avrà la velocità di prima più quella della macchina. La fatica per noi è la stessa, la maggiore velocità è a spese della benzina sprecata per fare una tale scemenza.

La cosa è ovvia per tutti, però chissà com’è si è dovuto attendere l’intuizione dello scienziato italiano Giuseppe Colombo (ogni 500 anni c’è un Colombo con un’intuizione che cambia la storia, e ad ogni puntata c’è un Colombo con un’intuizione che permette di arrestare il colpevole) per capire che lo stesso principio si poteva applicare alle sonde spaziali, con risparmi di carburante notevoli (parentesi: forse i fondi alla ricerca italiana li tagliano apposta: tanto a noi bastano tre caccole e un po’ di spago e andiamo su Marte). E non possiamo mettere a bordo tutto il carburante che vogliamo, perché per ogni chilo di peso spedito in orbita occorre mezza petroliera per farlo decollare. Che poi, visto che fine fanno recentemente le petroliere, forse converrebbe pure.

Dunque, una sonda che si avvicini ad un pianeta devierà dalla propria traiettoria a causa della gravità di quest’ultimo e si allontanerà lungo una direzione diversa da quella di arrivo:






Se il pianeta fosse immobile, la sonda accelererebbe fin tanto che si avvicina, poi rallenterebbe ed infine se ne andrebbe con una velocità pari a quella di avvicinamento. Esattamente come quando in bicicletta superiamo un dosso, acceleriamo in discesa e poi rallentiamo nella salita successiva, per poi allontanarci con la stessa velocità con cui eravamo arrivati. Ora però, eppur si move, come ebbe a dire un altro italico genio, e in opportune condizioni la sonda può allontanarsi ad una velocità maggiore di quella con cui si è avvicinata. Velocità che deriva dalla “spinta” fornita dal pianeta, e avviene senza consumare carburante. Dunque il pianeta “afferra” la sonda e la rilancia fornendogli energia: per analogia con l’esempio della pietra, questo meccanismo viene detto fionda gravitazionale.

Ma se nulla si crea e nulla si distrugge, se è vero che non esiste un pasto aggratis, che conseguenze ha la cosa? Risposta: il pianeta rallenta il proprio moto. Almeno in teoria: non pensiate che finiremo per causarne prima o poi l’arresto: a causa dell’enorme differenza tra la massa della sonda e quella del pianeta, quest’ultimo rallenta in maniera talmente trascurabile che possiamo tranquillamente affermare che continui a muoversi come se niente fosse successo (anche se l’idea di sfruculiare pur di poco il moto di pianeti e comete, in culo a quei ciarlatani di astrologi e alle loro teorie strampalate sull’influenza dei corpi celesti, mi sollazza non poco). Un po’ come voler fermare un TIR a 130 km/h con una pallonata da 40 km/h sul paraurti: la sfera rimbalzerebbe indietro a 170 km/h. Ovviamente verso la vostra faccia.

E ancora deve arrivare il TIR.

mercoledì 7 novembre 2007

Chi la vo' cotta e chi la vo' cruda


Dovrei creare un nuovo post ma, come dicono a L'Aquila, nun me ne te' (non me ne tiene [voglia]). Allora faccio un post che parla del blog: ma un blog che parla del blog cos'è, un meta-blog? OK ho capito, sto divagando. Ma andiamo con ordine (quello che segue è un melange di commenti e di messaggi ricevuti in privato, in cui molti si riconosceranno):

Fase 1 : Mi registro su Splinder ed inizio a commentare i blog altrui
"Perché non apri anche tu un blog?" (non mi pare il caso)
"Scrivi bene: dovresti metter su un blog" (poi non vi lamentate però)

Fase 2 : Creo un blog, dopo molti scervellamenti su significato, titolo, chisiamo e dadoveveniamo
"Perché l'hai aperto su Blogspot?" (ma porc...)
"Nel tuo blog non riesco a commentare!" (qui mi dispiace davvero)
"Io non riesco nemmeno ad entrare!" (apperò)
"Avevi già l'account Splinder, era facilissimo, non capisco"

Fase 3 : Arrivano gli anonimi, anche se qualcuno in realtà fa in modo di farsi riconoscere
"Perché consenti i commenti agli anonimi?"
"Ti avevo avvertito che sarebbe successo!" (è vero, l'aveva fatto)

Fase 4 : Consento i commenti solo a chi è registrato
"Se speri che mi registri per commentare stai fresco!"
"Finalmente, era l'unica cosa da fare!"
"Tanto io leggevo solo, senza commentare" (scroccone ;-D )

Fase 5 : Riammetto a commentare chiunque.
Arrivano interi testi di canzoni. Ci penso su un po', quindi li cancello.

Fase 6 : Proteste da un lato, applausi dall'altro
"Ti credevo un trasparente!" (sai che schifo, si vedrebbero tutti gli organi interni)
"Sei peggio di una testa di morto" (prego?)
"Hai fatto bene, democrazia non vuol dire fare i propri comodi in casa altrui"
"Se cancelli i commenti non è più un vero blog!"

Fase 7 : Annuncio che chiudo il blog
"Aspetta, non essere precipitoso!"
"Non cedere, chiudere sarebbe un peccato"
"È una perdita di intelligenza" (non esageriamo)
"Ti fai condizionare così?"

Fase 8 : Apro anche su Splinder, praticamente un blog gemello (ma non chiudo Blogspot)
"Pirlone, te l'avevo detto fin da subito!" (che ero pirlone?)
"Oh, finalmente, qui è molto meglio!"
"Sei una merda squacquera!" (questa mi mancava)
"Perché non mi hai avvisato?" (ma non ero già sposato? mah...)
"Archimede sei un basterdello" (con la e)

Fase 9 : mettetecela voi, la fase nove, con i vostri commenti.