venerdì 31 agosto 2007

Chiuso per ferie

Siete tornati dalle ferie, vero?

Bene.

Adesso però ci vado io.
Ci rileggiamo il 17 settembre, a meno che nel frattempo io riesca a risistemare il PC casalingo.

Metempsicotici

Dal Sole - 24 Ore:

Cina, ai monaci tibetani servirà un permesso speciale per reincarnarsi.


Il totalitarismo, proprio perchè è totale, vorrebbe imporsi anche sulla morte. È quello che sta cercando di fare la Cina nei riguardi della vita e della morte dei monaci buddisti tibetani: a loro non sarà permesso reincarnarsi, a meno di non godere di uno speciale permesso governativo. Secondo una disposizione dell'amministrazione statale per gli Affari Religiosi di Pechino, la legge che regolerà la reincarnazione entrerà in vigore il mese prossimo e stabilirà le rigide procedure con le quali sarà permesso all'anima di tornare al mondo in un altro corpo. Al di là della sua palese assurdità, la legge nasce da una chiara motivazione politica: limitare l'influenza del Dalai Lama (il leader spirituale - ma anche politico - del Tibet, in esilio in India dal 1959) sulla regione himalayana, invasa più di 50 anni fa dalla Repubblica Popolare Cinese. La legge limita la libertà dei monaci in quanto vieta loro di vivere fuori dalla Cina per cercare la reincarnazione del loro prossimo Dalai Lama. Intanto quello vivente, a 72 anni, ha dichiarato che si rifiuterà di reincarnarsi finchè il Tibet sarà sotto l'egida di Pechino: secondo la religione buddista, infatti, il supremo capo spirirtuale tibetano ha il potere di controllare e decidere la propria reincarnazione.

Ora dico, ammesso e non concesso di voler credere alla reincarnazione, tu Stato [cit. Verdone], come pensi di impedire che io mi reincarni in un commercialista di Bergamo o in uno gnu del Serengeti?
Con dei poliziotti-ghostbusters? Con dei fantasmi doganieri? Mi domando chi, tra le due parti, sia più "fora de coccia".

giovedì 30 agosto 2007

Ascesa e caduta (rovinosa) di un mito



Oggigiorno, si sa, i bambini sono molto svegli.
Le bambine poi, aggiungono a ciò una loquacità e una fantasia decisamente superiori.

È stato così che ieri, mentre lavoravo nel mio capanno in giardino, mia figlia (cinque anni e mezzo tra un po') mi ha apostrofato con l'inaspettato titolo di "Signore degli Attrezzi". Ha detto proprio così, "papà, tu sei il Signore degli Attrezzi", riempiendomi di orgoglio.

Salvo poi demolirmi passati neanche cinque minuti, dopo quell'insignificante, trascurabile esplosione. Ha cambiato repentinamente il titolo in "Signore dei disastri". Ed è corsa a fare la spia alla mamma.

Tremendi, 'sti regazzini.

mercoledì 29 agosto 2007

Il mistero dell'omeopatia



D'accordo, il precedente post faceva cagare. Cancelliere, metta agli atti.

Il mistero dell'omeopatia che dà il titolo al post non è riferito, come potreste pensare, all'efficacia o meno dei preparati omeopatici nella cura delle varie affezioni. Come la penso sull'argomento credo sia intuibile ai più; nel caso, per chi avesse tempo, legga qui.

Il vero mistero (o catena di misteri, per gli appassionati alla Codicedavinci) è - anzi sono:

1) perché mia moglie ne abbia una cassettiera piena;
2) perché detta cassettiera, con nome in Latino su ogni cassetto, sia stata da me medesimo di persona allestita;
3) perché, per farla contenta, io ingurgiti quelle pasticchine di fuffa (sebbene una fuffa zuccherata);

ma soprattutto, Signori della Corte,

4) come mai in Francia costino 1,80 Euro a boccetta contro i 5,15 che chiedono qui in Italia.

lunedì 27 agosto 2007

Il diametro di un arcobaleno


Avevo intenzione di inaugurare questo blog con qualcosa di più... tecnico, come ad esempio la fatidica domanda se i cellulari facciano male o no, oppure se i cibi cotti al microonde siano sani o rechino "tracce" del trattamento elettromagnetico cui sono stati sottoposti, insomma delle domande che mi sento rivolgere spesso dai non addetti alla tecnologia.

A volte mi fanno domande che appaiono davvero assurde dal mio punto di vista, ma se vengono poste significa che in fondo il bisogno di chiarezza c'è.

A ciò vorrei dedicare il blog, anche se certo non escluderei a priori post di assoluto cazzeggio, se no sai che ddu' palle.

Stamane però vengo spiazzato dal quesito posto da un amico blogger, che essendo stato testimone di un bellissimo arcobaleno mi chiede testualmente:

"Quant'è il diametro apparente di un arcobaleno? Mi verrebbe da pensare che l'arcobaleno debba avere un diametro fisso rispetto al punto di osservazione, cioè se oggi fa l'arcobaleno e domani pure e io mi trovo nello stesso posto alla stessa ora, l'arco dovrebbe essere grande uguale. Oppure no?"

La domanda, come si vede, già contiene un nucleo di risposta (chevvicredete, è un tipo sveglio).

In effetti l'arcobaleno non esiste in una particolare posizione del cielo. La sua posizione apparente dipende, invece, dalla locazione dell'osservatore (stesso posto) e dalla posizione del sole (stessa ora). Tutte le gocce di pioggia rifraggono la luce del sole allo stesso modo, ma solo quella di alcune di esse raggiunge l'occhio dell'osservatore. Questa luce è quella che costituisce l'arcobaleno per quel determinato osservatore. L'arco è centrato sull'ombra della testa dell'osservatore, apparendo ad un angolo compreso tra 40° e 42° rispetto alla linea formata tra la testa dell'osservatore e la sua ombra.

In definitiva la risposta sarebbe "sì", se non ché... mi sovviene che dire "la stessa ora", ma riferendosi al giorno dopo, dà sempre un po' di scarto dovuto all'inclinazione dell'asse terrestre e al moto di rivoluzione di questo bistrattato pianeta intorno al Sole (in breve, il motivo per cui le giornate si allungano o si accorciano a seconda se si va verso l'estate o verso l'inverno), quindi credo che il diametro dell'arcobaleno del giorno dopo debba essere un poco differente. Senza contare che dovrebbe piovere (e soprattutto smettere di piovere) nello stesso preciso momento!

Ah noto blogger, ma limitarsi ad ammirare la poesia del momento, no eh?